Pagina:Torriani - In risaia, Milano, Galli, 1890.djvu/155

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quei dondolamenti, quell’incrociar delle gambe, quegli sfioramenti di guancie, e quelle parole ansimate in un caldo sussurro fra capo e collo. Le impressioni che avevano destate in lei, ora le vedeva riprodotte nella giovine cognata, e fatte più vive dalla gioia di sentirle condivise dal suo meraviglioso ballerino.

La Rosetta infatti, espansiva, chiassosa, gioconda, non si trovava bene con quel marito raggomitolato in sè stesso come un istrice. Aveva soggezione di lui. Non osava più fargli una gentilezza perchè sapeva che non sarebbe corrisposta. Non osava dirgli una corbelleria, perchè non ne avrebbe riso. Invece cogli altri le bastava di aprire la bocca per sentirsi dire:

— Che demonietto di donna! Che granello di pepe! Le studiate tutte voi! Ne sapete una più del diavolo. Con voi di malinconia non se ne patisce di certo!

Gaudenzio poi era anche più galante e più complimentoso degli altri. Con quell’audacia che lo distingueva, non esitava ad esprimerle