Pagina:Torriani - In risaia, Milano, Galli, 1890.djvu/187

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in risaia 185


Quell’abbraccio fece dileguare nel cuore geloso della fanciulla tutta la pietà pel fratello.

— Non sono io che gli faccio del male, diceva fra sè. È questa scostumata di bellezza che si è tirata in casa. Sarà il dolore di un minuto; come strappare un dente. E poi, quando l’avrà rimandata ai suoi parenti, vivrà tranquillo con noi, e non avrà più dispiaceri, ed io non avrò più umiliazioni. Infine quello che faccio, lo faccio pel suo bene.

Ed uscì dall’ombra, e si diresse verso la cucina. La Rosetta si voltò al rumore degli zoccoli, vide che la Nanna era dietro a lei, e capì che aveva assistito a quella scena di cui era ancora tutta agitata.

In cucina la Rosetta, impaziente di ritirarsi nella sua camera, prese la lucerna che era sulla tavola. La Nanna le si accostò per accendere la sua. La luce le rischiarò tutte e due in volto. La Nanna fissò la cognata negli occhi; questa li abbassò. Si sentiva scrutata fin in fondo al cuore. Arrossì vivamente e