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78 in risaia

E, mentre era intenta a riprenderle, stando china, troppo china sul lavoro, tutta la ghiaia della gerla le si rovesciava dinanzi passandole sopra il capo, e l’asino impaurito si dava a fuggire trascinandola dietro pel braccio, e la traeva via via traverso campi e prati, ed in quella corsa tormentosa lei udiva da lontano la voce schernitrice di Gaudenzio gridare:

— Lo sapevo bene, io. Voi non siete una donna da lavoro. Ed il carrettiere rideva tanto forte che la Nanna si svegliò.

Sonavano infatti alte risate giù sull’aja: ma Gaudenzio, per quella volta tanto, era innocente dello scherno di cui l’accusava il sogno. Era tardi nel pomeriggio, e si ballava al suono dell’organetto.

La Nanna sorrise all’idea di danzare con Gaudenzio, e s’alzò per discendere. Ma aveva le vertigini; le pareva che il capo le pesasse più del solito, e tutto le si movesse d’intorno. Dovette attaccarsi alla sbarra della scala nello scendere, per non ruzzolare.

Nemmeno quando aveva avuto la febbre