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262 | una piccola vendetta. |
gentilezza delle dame, e di cui i mariti non avevano il più lontano sospetto.
Un giorno la signora Zeta stava per andare a colazione, quando udì una scampanellata forte, nervosa, sconveniente; — e quasi subito vide entrare la signora Icchese più accesa, più agitata ancora di quando l’aveva scontrata dalla contessa Ipsilonne.
— Oh, cara. A quest’ora? È ancora quell’indiscreto?
— Appunto. Ho dovuto rifugiarmi qui. Mi scusi, sa.
— Che! La ringrazio della fiducia. Ma è incorreggibile quell’uomo!
— Peggio che mai. Si figuri che ha osato accostarsi per parlarmi.
— Un insulto addirittura..... Malcreato! E dire che vi sarà una povera signorina che sposerà un facchino di quella sorta.
— L’avrà magari già sposato.