Pagina:Torriani - La cartella n. 4, Cesena, Gargano, 1880.djvu/61

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amante; come non avevo mai amato quell’altro. Sentivo che, se a quella rivelazione mi avesse abbandonata, non avrei potuto sopportarlo; ne sarei impazzita, ne sarei morta. Ed avevo paura di perderlo, e lottavo colla coscienza.

Ma l’amore che m’inspirava quell’uomo generoso era pure generoso e degno di lui. A misura che il giorno delle nozze si avvicinava, le mie esitazioni, le paure codarde svanivano, ed il sentimento del dovere s’imponeva alla mia coscienza. Tirai innanzi fino all’antevigilia del matrimonio. La mamma era venuta a Milano; avevamo prese due stanze arredate, e Marco veniva ogni sera come fanno gli sposi a trovarmi ed a far progetti.

Quella sera, dopo avergli stretta la mano, dopo averlo veduto uscire dall’uscio, dopo averlo guardato dalla finestra mentre s’allontanava, mi posi al tavolo pensando:


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