Pagina:Torriani - Prima morire.djvu/161

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carezzevole che si usa coi bimbi e coi malati, mi disse:

— Mi riconosci? Mi ami? E sei contento di rivedermi? e guarirai, ora che sono venuta, che ho sfidato ogni riguardo per te, per dirti che ti amo, che sono tua, che voglio salvarti ad ogni costo? Dimmi, guarirai?

Feci uno sforzo su me stesso per iscuotere l'inerzia di quella grande beatitudine passiva, che si deliziava nell'ebbrezza di sentirsi felice, e stesi le braccia verso di lei, ed ella posò la mia testa sul suo petto, carezzandomi i capelli, e mormorando parole d'amore.

Quell'estasi di gioia, che mi parve superiore ad ogni godimento umano, mi richiamò un'altra volta la triste idea della morte, ed ebbi paura.

Debole com'ero, mi sentivo venir meno per l'eccesso della commozione, e, tremando di morire così, subito, tremando di perdere quella felicità appena l'avevo assaporata, trovai l'energia di fare uno sforzo, che mi parve enorme, per dire una parola.

— Parlami, parlami ancora - susurrai. E reclinai il capo sul suo braccio, come un fanciullo che aspetta la fola che lo farà addormentare dolcemente e popolerà i suoi sogni di visioni fantastiche e belle.

Ma l'Eva capì che non potevo addormentarmi alle sue parole; e, sedendo accanto al letto, prese la mia mano nella sua e mi parlò a lungo sommesso, e mi disse la sua storia viva d'amore, che doveva restituire la speranza al mio cuore, e ridestare in me la fede e l'amore della vita.

Bisogna avere la delicatezza di sensi che mi davano la malattia nervosa ed il mio stato di debolezza, per poter sentire quel discorso come lo sentivo