Pagina:Torriani - Prima morire.djvu/164

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mia figlia, d'una bambina, e sono fuggita perchè se fossi rimasta un momento di più, mi sarei gettata in ginocchio accanto a te, t'avrei confessato che ti amavo con tutta la veemenza del mio primo ed unico amore, ed avrei invocato la debolezza del tuo cuore contro la forza del tuo carattere, per combattere la virtù in nome della passione.

— Oh Augusto! Ero colpevole; ero indignata contro me stessa e contro te. Mi sentivo avvilita dinanzi alla nobile fiducia di Massimo, ed alla calma serena di mia figlia. Mi sentivo inferiore a tutti e due e non avevo la forza di rialzarmi.

— Ed ho lottato fino all'ultimo; vedi come mi sono fatta pallida e magra? Soffrivo del tuo abbandono, come non avevo saputo mai che si potesse soffrire. Ma, finchè ti credevo rassegnato, accettavo la tua decisione come si accetta il martirio; e mi sarei lasciata morir di languore senza ribellarmi. Mi pareva il solo modo di conciliare i miei sentimenti col mio dovere.

— Ma quando seppi che eri ammalato, che morivi, doveri, rassegnazione, rimorso, tutto fu vinto dall'amore di te e dalla smania di salvarti. E sono venuta malgrado il mondo, malgrado i miei legami di moglie e di madre.

— Sento gli affetti che rinnego, e piango sopra i cuori che addoloro. Ma accetto la responsabilità e le conseguenze d'una passione più forte di me, e sopratutto più forte di te stesso. Avremo questa colpa sola sull'anima, e consacreremo tutta la vita a fare del bene per espiarla.

— Oh giurami che vivrai per me e con me, e che nessun proposito eroico, nessun consiglio, nessun dovere