Pagina:Torriani - Prima morire.djvu/166

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quella visita cara, abbiamo esaminata e discussa la nostra posizione, ed abbiamo risoluto come dovevano risolvere due anime deboli, ma leali. Non ci piegheremo a finzioni ed intrighi.

Legati fatalmente da un amore più forte d'ogni considerazione o dovere, lasceremo la società, la famiglia con cui ci sentiamo in disaccordo; saremo felici contro tutte le leggi umane, ma non inganneremo nessuno.

Io, - questo particolare lo dico a te solo per rassicurarti sulla nostra esistenza materiale, - mi sono rassegnato ad accettare la transazione che m'aveva proposto il Bonomi per quel credito ultimo del povero Marco. Finchè ero solo, avevo preferito rinunciare a tutto, e vivere nella miseria, che transigere; ma non potrei certo tollerare che l'Eva dovesse partire dalla sua casa con del denaro. Ho accettato il dieci per cento, ed ho sottoscritta la ricevuta del capitale. Con cinquemila lire, potremo vivere parecchi mesi; ed intanto io penserò a guadagnare la nostra vita per l'avvenire.

Questa sera partirò per Lugano, e domani lei mi raggiungerà. Lascerà la sua casa, le sue ricchezze, i suoi affetti, per seguirmi in qualche paese alpestre della Svizzera, dove vivremo isolati, e dove il biasimo del mondo non potrà raggiungerci.

Sarà soltanto dopo aver detto a suo marito la verità, dopo aver troncato con quella confessione dolorosa ogni rapporto con lui, quando non sarà più nè un marito per lei, nè un amico per me che questa donna amata consentirà ad essere mia, a consacrare a me l'indipendenza, che, agli occhi del mondo, avrà riacquistata a prezzo del suo onore.