Pagina:Torriani - Prima morire.djvu/44

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Era un biglietto freddo, ed un momento il mio orgoglio si ribellò ed ebbi la tentazione di rifiutare.

Avevo incontrato due volte il signor Malvezzi, che m'aveva domandato perchè non andavo più al caffè; e m'aveva parlato con un accento impercettibile di compassione che mi aveva mortificato. Il suo sguardo esprimeva un interessamento che mi pareva indiscreto.

Al ricevere la lettera della signora, capii che egli aveva indovinato i miei imbarazzi, ed aveva indotta la moglie a propormi quella lezione.

Però, prima di rifiutarla volli rileggere la tua ultima lettera, quella in cui mi rimproveravi il mio risentimento orgoglioso per l'accoglienza fredda della signora Eva, e chiamavi egoismo l'importanza soverchia che davo alle mie suscettività.

Compresi che avevi ragione; che respingere quell'offerta - la quale, del resto, non era un'elemosina, e non offendeva punto la mia dignità - sarebbe stato un atto d'orgoglio. Pur troppo, quando si è ridotti a dare lezioni per vivere, non si può pretendere che gli scolari siano indotti a rivolgersi a noi esclusivamente per ammirazione del nostro merito. Non abbiamo diritto di esaminare il sentimento che li guida. Che ne so io, se anche il mio garzone di bottega non crede di venire magnanimamente in soccorso dell'arte, colle sue settantacinque lire in ritardo? Se la mia suscettività deve impennarsi ad ogni supposizione di questo genere, non potrò più accettare nessuna lezione.

Accettai dunque la proposta della signora Malvezzi, ed ho già dato tre lezioni alla sua bambina.

Mi fa piacere l'occuparmi di questa fanciulletta: mi pare di avvicinarmi a te con questo punto di contatto. Però la mia piccola allieva è l'opposto degli