Pagina:Torriani - Prima morire.djvu/48

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dimenò tanto, finchè riescì ad accomodare l'abito in modo da potersi vedere nello specchio tutto il piedino.

Queste cose le fa con garbo. Quando s'accorse che l'abito era troppo abbassato, e che l'effetto della sua bella calzatura era perduto, andò a pigliare un posapiedi, e nel tornare a sedersi respinse l'abito così bene indietro, che nel piegare le ginocchia lo fece salire un buon palmo dinanzi. Ebbe un sorriso di gioia infantile quando si vide seduta così; sono certo che il ricamo deve averne patito, perchè tutti i momenti sbirciava un'occhiata allo specchio.

Ad un tratto mi domandò:

— Ha veduto quest'autunno a Brera quel bel quadro Mozart fanciullo alla Corte.... di Germania, mi pare?

— Sì - le risposi. Ma non potei a meno di sorridere perchè capii che si paragonava a quel circolo di dame dipinte, cogli abiti corti e stretti ed i piedini così ben calzati, adorni e piccini, che parevano scatole da confetti. Volli farle vedere che avevo indovinato il suo pensiero.

— Quelle dame là - soggiunsi - avevano i talloncini rossi o dorati.

Sporse il labbro inferiore e fece spalluccie, come per rimproverarmi quell'audacia. Poi le venne da ridere, e disse:

— Sono di moda anche ora i tacchi dorati, oppure coperti da bei rabeschi di bronzo. Domani li metterò; così il costume sarà perfetto.

Malgrado quel primo ardimento, sono sempre un po' impacciato con lei, per causa del mio famoso biglietto e della sua accoglienza di quella sera. Ma lei