Pagina:Torriani - Prima morire.djvu/67

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stoli.

Quando poi si riesce a fare un proselite che ha in sè tutte le facoltà per comprendere ed amare la nostra missione, e per poterla predicare coll'esempio e colla parola, è una gloria addirittura, ed una gioia.

La gioia che deve aver provata Cristo quando disse a Simone, figlio di Giona: "Ed io ti dico che tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa".

Ma pur troppo la missione degli apostoli non è tutta dolcezze; ed io ho il dispiacere di doverle ripetere appunto il rimprovero di Cristo a quel suo apostolo diletto: "Uomo di poca fede, perchè hai tu dubitato?".

Anche lei dubita della virtù e se ne scoraggia. Oh, mia signora, dacchè mi vuole consigliere ed amico, mi autorizzi a parlarle con sincerità.

Non è la virtù che le è inaccessibile; non è in essa ch'ella trova quel qualche cosa di grottesco che la fa ridere, o di difficile che la impaura. Ma nei mezzi malintesi a cui s'è appigliata per raggiungerla.

Lei ha creduto che la virtù fosse un affare da poter imprendere da un momento all'altro, e compiere di proposito. E questo è il suo errore. Per sapere esercitare la virtù, bisogna essere virtuosi; prima di adoperarci per gli altri, dobbiamo pensare a modificare noi stessi.

Se lei avesse dati i suoi gioielli ai poveri, anche tutto il suo avere, se avesse protetto tutte le orfane della terra contro veri pericoli, avrebbe fatto senza dubbio delle buone azioni.

Ma quando me le avesse annunciate con quello