Pagina:Torriani - Prima morire.djvu/70

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i miei rancori, e quando lei mi chiamò, tornai nella sua casa, che avevo protestato di non voler più rivedere. E da quel giorno mi son fatto migliore perchè ho sentito orrore dell'egoismo a cui mi traeva la violenza delle mie passioni, che mi riduceva ad occuparmi esclusivamente di me. Ed ho imparato a pensare agli altri più che a me stesso.

Vuole una prova che ho vinto completamente il mio egoismo?

Ecco. Sono lieto che il caso l'abbia fatta andare in campagna. Sono lieto, sebbene non la veda più, sebbene non oda più le dolci chiacchierine della Marichita, sebbene quel balcone chiuso laggiù, mi faccia la vita triste come un giorno senza sole. Sono lieto perchè penso al suo bene più che al mio, e so che quell'isolamento le sarà salutare.

Là, in quella pace solenne della natura, nessuno le guasta il cuore ed il criterio colle adulazioni. Consideri i suoi sentimenti, i suoi pensieri laggiù, la sua abbigliatura. Li troverà falsi, in faccia alla natura che è tutta verità.

Dica a' suoi coloni tutte le belle facezie che direbbe qui sulle deformità d'un rachitico. L'ascolteranno a bocca aperta senza capirla, e forse penseranno:

— È matta.

Ma vada a porgere il braccio a quell'infelice per sostenerlo, se stenta a camminare, o dica soltanto: povero disgraziato! essi allora la comprenderanno, e diranno:

— Che buona signora!

Le ho detto più sopra che non sono un metafisico, ma un artista. Al metafisico riesce di comprendere le