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Passando nell'orto vidi la Teresa, curva a terra che raccoglieva delle patate. La chiamai e si rizzò per salutarmi. Aveva gli occhi rossi e le lagrime le rigavano il viso. Se le asciugò in fretta col rovescio della mano, e si sforzò di sorridere nel dirmi:
— Buon giorno, signora.
Aveva il pianto alla gola e le tremava la voce, povera donna. In quella venivano in su due contadini, un giovane ed un vecchio, curvi sotto il carico enorme di cinquanta chilogrammi di fieno, che portavano sul capo. Sotto quella frangia di erbe penzolanti che li soffocava, il loro volto era violaceo, le vene erano turgide, gli occhi iniettati per lo sforzo. Le goccie di sudore, dalla fronte scendevano sulle ciglia, e prima di cadere pendevano tremolando come lagrime. Nel passarci accanto il più vecchio guardò la Teresa, e fece l'atto di crollare il capo, che però il peso esorbitante gli constringeva all'immobilità, e disse con voce strozzata dallo sforzo:
— È ancora giovane, povera figliola. Lasci passare degli anni, e poi lo capirà anche lei, che quelli che stanno meglio sono quelli che se ne vanno in paradiso.
Tenni dietro coll'occhio a quella vecchia figura ricurva, schiacciata sotto quel carico inumano. Dio gli conservi la fede consolante del paradiso!