Pagina:Torriani - Serate d'inverno, Madella, 1914.djvu/152

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— Vittoria! Il babbo acconsente, ed io vi unisco in nome del padre, della zia, e della vecchia cugina. E fece l’atto di benedirli. Poi volgendosi a Valeria, soggiunse:

— Vedi pure che ne’ miei consigli da romanzo hai trovato la felicità.

Aveva la voce commossa, ma tutti l’attribuirono alla gioia di quel momento. La zia sola, che sapeva il suo povero segreto, indovinò lo strazio che soffriva, e le susurrò:

— Ma l’ha trovata a prezzo della tua.

— Oh! io ho un altro amore, rispose Odda prendendole il braccio e traendola in disparte. Sposerò i miei pennelli. Finora furono sempre compiacenti con me, mi tennero buona compagnia, e la pace ha sempre regnato in famiglia. Il babbo lo diceva: «Impara l’arte e mettila da parte.» Ora è venuto il momento di trarne profitto. È una fortuna che sia là da parte.

— Come ti ammiro Odda! esclamò la povera zia. Tu sei così generosa, ed io invece ho il cuore pieno di fiele contro Leoni perchè non mi ama. Odio lui, odio tutte le persone che sono amate e felici. Vorrei far dei dispetti a tutti, e sento che se li vedessi miserabili ne godrei.

— Oh, zia!

— È orribile, Odda, ma è vero. Non so che