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Pagina:Torriani - Serate d'inverno, Madella, 1914.djvu/78

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recare con noi nessuna speranza. Vittoria, violenta nel dolore, come era stata nell’amore e nella vendetta, si disperava, e mi faceva tremare di vederla subire la stessa sorte del suo povero amante.

Ci lasciammo a Milano, e non ci rivedemmo più. Ella rimase, per essere sempre vicina a Gustavo, e continuò a visitarlo, e ad amarlo, ed a vivere per lui.

Gustavo morì dopo un anno senza aver ricuperata neppur un’ombra di intelligenza, senza aver riconosciuta mai quella povera donna, che implorava in ginocchio una parola di perdono.

Nella lettera in cui mi annunciava la morte di Gustavo ella mi scrisse:

«Abbiamo sempre torto quando vogliamo ribellarci alle leggi della natura. Egli ha cercata la felicità in un amore impossibile; ed io ho cercata la giustizia in una separazione inumana. E Dio ci ha puniti entrambi. L’ho fatto portare al cimitero di Monza, ed ho presa una casa vicina per andarlo a visitare ogni giorno finchè vivrò.»

Erano due anime buone e meritavano una sorte migliore.