Pagina:Torriani - Tempesta e bonaccia, Milano, Brigola, 1877.djvu/122

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tela istoriata d’un amore profittevole alla mia vita, e degno di voi.

— «Triste e solitario, penserò spesso con amara dolcezza i vostri dolci occhi fisi ne’ miei. E voi?

— «Massimo

«Sempre nella stessa posizione prosaica, nell’atto di inzuccherare il mio caffè, lessi tutta quella lettera. Passai dalla dolce trepidazione della speranza al più profondo abbattimento, senza che il menomo cangiamento si fosse fatto nella mia persona. Soltanto sentivo velarmisi gli occhi d’un liquido tremolante, e poi grosse lagrime rigarmi le guancie e cadere nella tazza che avevo dinanzi.

«Abbassai il velo ed uscii. Mi sentivo sola, perduta nel mondo; quella lettera aveva fatto il vuoto intorno a me e nel mio cuore.

«Io non so dove trovino gli scrittori quei caratteri chiari, coerenti, che, una volta descritti, agiscono sempre a seconda delle passioni e dei sentimenti predominanti che hanno rivelati. Nel mondo non è così.

Si trovano nature fluttuanti in una perpetua alternativa di bene e di male, di coraggio e di debolezza, di passione generosa e prepotente, e d’egoismo calcolato e freddo.

«Massimo così appassionato, così impetuoso, così irriflessivo nelle sue giovanili imprudenze, ora era ad