Pagina:Torriani - Tempesta e bonaccia, Milano, Brigola, 1877.djvu/29

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le permettessero la speranza d’un amore più completo, ed ella si adoperasse ad idealizzare quel poco che le veniva concesso, tanto per rapire la sua fugace scintilla al fuoco celeste.

Ma quali fossero queste circostanze, non mi riesciva d’immaginarlo.

Un’artista giovane, libera, corteggiata, perchè non potrebbe amare?

perchè non potrebbe vagheggiare di unirsi per sempre all’uomo amato?

Forse un punto nero nel suo passato non le permetteva di abusare della fede d’un uomo d’onore!

Ma tutto in lei si opponeva a questo sospetto.

Da tutti i suoi atti, da tutte le parole traspariva la confidente lealtà della donna onesta.

Tuttavia, per l’interessamento che m’inspirava l’amico mio, sentivo il bisogno di scrutare più profondamente l’animo di Fulvia.

— Giorgio è innamorato di lei, nevvero? le domandai senza altri preamboli.

— Non mi ha mai detto questo.

— Non l’ha detto, ma l’ha fatto comprendere.

— Non so. Io non mi occupo d’indovinare sciarade.

— Sia sincera, Fulvia, mi dica la verità. Crede che Giorgio l’ami?

— Non posso dirle ch’io lo creda propriamente; ma certo se non mi amasse, sarebbe un gran commediante.