Pagina:Torriani - Un matrimonio in provincia, Milano, Galli, 1885.djvu/160

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mente, senza scene, da gente per bene; anche l’amore.

Fui così mortificata da quella riserbatezza dignitosa, che non osai domandare di Onorato.

Come mi parvero noiosi quell’anno gli apparecchi del Natale, che in casa nostra si cominciavano otto giorni prima della festa!

Di solito si rideva molto con mia sorella, quando si saliva in piedi sui fornelli, sulle tavole, sulla credenza, e fin sul piano del camino per incoronare di lauro le casseruole appese al muro, «come si coronavano i poeti in Campidoglio», diceva il babbo.

E noi, nel cucinare, dicevamo l’una all’altra: «Staccami quel poeta più grande, o più piccino».

Nel fare il presepio pel bimbo avevamo scoperto che uno dei Re Magi, quello dall’incenso, rassomigliava ad Onorato, e chiamavamo i Magi «I tre Moschettieri».

Quell’anno invece ero sola e triste. Nel