Pagina:Torriani - Un matrimonio in provincia, Milano, Galli, 1885.djvu/170

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giorno, e che non volevo più uscir di casa, e che tutti vedendomi avrebbero riso di me, e che sarei morta di vergogna.

La Maria mi lasciò sfogare pazientemente, senza contraddirmi, senza tentare di consolarmi, finchè la convulsione del pianto cessò.

Allora soltanto, con molta delicatezza, mi disse: «che avevo sempre data troppo importanza a quelle occhiate, che, in sostanza, lui era stato accorto, non s’era impegnato in nessun modo; che certo gli piacevo, perchè ero bella, e se avessi avuto la dote della Borani avrebbe preferito sposar me; ma era uomo interessato; non aveva il coraggio di rinunciare alla dote. E non meritava che lo rimpiangessi; e soprattutto non dovevo dargli quel trionfo d’avermi fatta vittima, d’avermi turbata. Dovevo mostrarmi indifferente. Capiva che era difficile e doloroso, ma questo doveva essere il mio eroismo. Dovevo averlo per la mia dignità; cominciando su-