Pagina:Torriani - Un matrimonio in provincia, Milano, Galli, 1885.djvu/188

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cava i miei occhi per averne un incoraggiamento a spiegarsi su quel qualcuno; ma io non osai voltarmi, e lui concluse con una risatina piena di mistero: «mi ci avvezzerei anche meglio».

La Maria uscì con due chicchere di tè e nel porgermi la mia sussurrò:

— Come va?

E vedendomi rossa e confusa, accennò lei stessa che andava bene.

Ero sconfortata, perchè dinanzi a quell’uomo positivo e nella nebbia delle sue risaie, vedevo svanire i miei sogni sentimentali. Ma però ero risoluta a sposarlo per non restar zitellona.

Tutti uscirono sul balcone colle chicchere sorseggiando il tè, persuasi che quei pochi minuti fossero bastati per farci decidere di tutta la nostra vita.

Infatti erano bastati. Avevamo deciso.

Il signor Scalchi se ne andò prima di noi,