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Quando entrammo nel palco, trovammo le cugine vestite di bianco, in gran gala, coi fiori in capo, e questo ci umiliò un pochino.
Cambiavamo posto ad ogni atto per avere tutte il piacere di stare un tratto al parapetto, ai due lati del palco, dove si vedeva e si era vedute meglio.
Era un palco signorile, con una striscia di specchio incastonata nello stucco bianco a fili d’oro degli stipiti. Quando toccò a me ed alla mia cugina Maria di metterci davanti, dopo la Giuseppina e la Titina, che c’erano state prima perchè erano le maggiori, mi vidi riflessa nello specchio dietro le spalle della Maria che mi stava in faccia, e quasi non mi riconobbi, tanto era abbagliante quel volto bianco, colle guancie rosee e gli occhi lucenti, per l’eccitazione che mi davano quel divertimento e quella novità. Non potevo togliere gli occhi da quello specchio. Mi attirava più dello spettacolo che non capivo