Pagina:Torriani - Un matrimonio in provincia, Milano, Galli, 1885.djvu/83

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andrei a vivere con suo padre e sua madre, o se si metterebbe una casetta per noi soli.

Io propendevo per la casetta.

Ma il pensiero che m’avesse guardata poco, mi perseguitava. Dopo quanto m’aveva detto la Maria la sera del teatro, me l’ero figurato innamorato come Fausto; ed a forza di pensarci, ero riescita ad immaginarmi che avesse pieno il cuore e la mente di me, che si struggesse di rivedermi appunto come mi struggevo io di veder lui, e che al vedermi, tutto il suo volto dovesse esprimere un’estasi di gioia, la soddisfazione di veder compiersi un desiderio lungamente vagheggiato.

Invece era rimasto impassibile. Per quanto mi dicessero, della prudenza, del non volermi compromettere, io avevo sentito che era impassibile. Al secondo incontro, sì, il suo sguardo s’era fermato su me con compiacenza, come una carezza. E quello era il