Pagina:Torriani - Un matrimonio in provincia, Milano, Galli, 1885.djvu/92

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In casa non dissi nulla per evitare le discussioni, ma appena fummo in istrada, dissi alla Titina:

— Andiamo a messa a Sant’Eufemia!

Lei non fece opposizioni. Ci mettemmo d’accordo per dire alla serva che non ne parlasse con nessuno e via di corsa, perchè era assai lontana quella chiesa.

Entrammo che la messa era cominciata. Il prete leggeva l’epistola. Nell’aprir la porta, urtai la figura colossale del mio Fausto, che stava in piedi, proprio accanto alla porta, come fanno i giovinotti, forse per dimostrare che sono là contro la loro volontà ed impazienti d’andarsene.

Ci guardò entrare, ci tenne dietro mentre cercammo un posto, e quando l’ebbi trovato poco discosto da lui per poterlo vedere, si voltò verso di noi, trascurando l’altare. Io feci altrettanto. Lo guardai intensamente, pazzamente tutto il tempo della messa.