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Pagina:Tozzi - Con gli occhi chiusi, Milano, 1919.djvu/113

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— Non me ne accorgo, lo sai!

— Così tu sei brutto, mentre io ti avrei messo al mondo simpatico. E a scuola perchè ci vuoi tornare? Non ti sei fatto mandar via?

Domenico gli parlava della scuola con risentimento e in quei momenti creduti da lui più opportuni a influire sul suo animo.

Il giovinetto tacque, sentendosi come svenire: il padre non si sarebbe mai dimenticato di fargli questo rinfaccio, per valersene!

E, vedutolo confuso e mortificato, riprese:

— Potresti aiutar me, e tra qualche anno prender moglie.

Domenico trovava conveniente ammogliarlo presto, ora che non c’era una padrona nella trattoria; e più di una volta gli aveva misurato con un’occhiata l’aspetto e la statura; per convincersi che non era presto; per quanto avesse soltanto sedici anni.

— Io.... non mi sposerò.

— E, allora, pensaci bene: sarò costretto a riprenderla io. Ti dispiacerebbe?

Pietro esitò; ma, per non esser distolto dalla voglia di tornare a scuola, chiese:

— E chi sarebbe?

Il padre, per provare il suo vero sentimento, rispose:

— Te lo farò sapere presto.

E lo guardò. Ma Pietro ne aveva parlato come di cose altrui; e aggiunse: