Vai al contenuto

Pagina:Tozzi - Con gli occhi chiusi, Milano, 1919.djvu/134

Da Wikisource.

— 122 —


Egli uscì. E, tutto a un tratto, si accorse che era innamorato di Ghìsola; e non ci trovò niente di strano nè di spiacevole. Anzi, se ne fosse stato più sicuro, l'avrebbe detto subito a Masa. Facendole capire che, sopra a tutto, si trattava di una riparazione sociale, per il cui còmpito offriva sè stesso volentieri. Perchè anche lei non doveva esser ricca?

Tre giorni dopo, tornò a Poggio a' Meli.

Su la capanna soleggiata batteva l'ombra lieve di un pero; ed era immobile. E pure quelle righe d'ombra gli parevano come segni di febbre, e pulsanti come le sue vene; come acqua bollente.

Sul tetto della parata, tutto visibile per la sua inclinatura fin quasi a un metro da terra, era cresciuto, largo due metri, il sopravvivo, l'una pianta quasi ficcata dentro l'altra, con le foglie spinose, con un fiore che il gambo non aveva forza di reggere; vi erano una veste di fiasco e due falci arrugginite. E Carlo vi teneva, perchè pigliasse il sole, tra due pietre, una boccetta piena di olio con uno scorpione dentro, servendosene per medicarsi i tagli.

Pietro si accorse che, nella parte più alta del tetto, era rimasto uno straccio ormai scolorito dal sole, attaccato li dalle piogge: mezza sottana di Ghìsola.

Andò da Masa, e le disse: