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— E crederà a noi?
Già la curiosità dei passanti li impacciava con molestia, con tedio penoso.
— Certamente!
Ghìsola stette molto tempo a testa bassa, non per riflettere, ma per sforzarsi a non pensare ad altro: e poi rispose:
— Mi piace poco.
Tacquero perchè si sentirono vicini a bisticciare; poi egli, dopo uno di quei silenzii in cui si odono tutte le cose, la prese a braccetto fino allo scalino della trattoria.
Domenico quando li vide entrare, salutò Ghìsola ma senza avvicinarsi; e credette lì per lì alla scusa di Pietro; che del resto non aveva mentito mai.
Il marito di Rebecca, con un piatto in mano, si fermò e le disse:
— A pena che avrò servito questi signori, avvertirò la tua zia.
Ghìsola, vedendo come la parente le potesse esser di pretesto per essere venuta a Siena, lo ringraziò.
Domenico, ch’era di buon umore, dopo averla guardata sorridendo, così irriconoscibile da quando stava a Poggio a’ Meli, andò in cucina; e, come se si fosse trattato di avventori, ordinò a voce alta da cena per Pietro e per lei. Ma disse anche per farsi intendere subito:
— Questi non pagano!