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ne possa fare quel che si vuole. Perciò quel che riguarda gli altri lo trovano antipatico. Se qualcuno li ama, non vogliono cambiarsi; chiedendo che cosa questo bene esiga. E allora lo evitano.
Quando Masa batteva le nocche su la fronte di Ghìsola dicendole: «che ci hai qui?» ella rispondeva quasi con esasperazione:
— Che ne sapete voi? Che ve ne importa?
Talvolta credeva, con piacere e con stizza, che il suo viso offendesse. Quando gli altri parlavano si metteva silenziosa; credendoli diffidenti. Non la interessava niente; obbediva a Masa e ai padroni, perchè da sè stessa non avrebbe pensato nè meno alla calza; e sentiva malvolentieri che tutto ciò che esiste non era soltanto in lei.
Talvolta pareva piuttosto che parlasse con lo scalone di casa; quando, secondo il suo solito, ci stava seduta.
Non si sarebbe arrischiata ad avere qualche idea, perchè ne aveva troppe che non le si addicevano; come non si arrischiava, quando era andata alla trattoria, a chiedere le ghiottonerie che vedeva; e invece le avvampavano il viso, e la stordivano quanto le stanze calde a cui non era abituata.
Ma c’era in lei il presentimento e il senso di una vita, che le montava la testa come la ricchezza e il lusso degli altri.