Pagina:Tozzi - Con gli occhi chiusi, Milano, 1919.djvu/38

Da Wikisource.

— 26 —

s’era considerato perduto, mentre le imagini esteriori lo invadevano senza tregua! Ora gli pareva di avere la propria anima; ora diminuiva; mentre questi movimenti gli davano un malessere come quello delle vertigini.

Talvolta gli pareva di trovarsi a scuola dove tutto a un tratto entrava una grancassa; e allora si sentiva tanta voglia di ridere che si spaventava, soffocando il grido dell’incubo. Anna credeva che avesse male; e gli metteva una mano su la fronte, dicendogli:

— Ti viene la febbre?

Egli gridava, allora:

— No! No! Lasciami stare!



Era un anno dalla notte degli usignoli, un anno come tutti gli altri: la trattoria e gli avventori. Poggio a’ Meli e gli assalariati.

Alla nuova primavera, Domenico aveva voluto fare grandi preparativi per le raccolte che aspettava migliori di prima. E andava di più al podere, quasi per compensarsi dello strapazzo alla trattoria. E siccome la stagione era buona, portava sempre con sè Pietro. Gli faceva bene, e forse non si sarebbe più riammalato!

Voleva che andasse nel campo, per occu-