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Pagina:Tozzi - Con gli occhi chiusi, Milano, 1919.djvu/86

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della sua forza, il giovine le gridava dentro gli orecchi:

— Ti faccio quello che voglio io! Non ruzzo. Tu lo sai!

Ella, allora, gli azzannò un braccio. Agostino, spingendo il braccio, le piegò la testa indietro, costringendola ad aprire i denti. Poi, piuttosto in collera, le domandò:

— Ed ora che cosa fai?

Ghìsola rispose, dopo aver sputato:

— Son la più debole. Te ne vanti? Com’è salata la tua pelle!

Egli la guardò negli occhi, per impaurirla.

— Quant’è che non vedi Pietro?

Ella cavò fuori la punta della lingua.

— Non viene più!

Egli che, da casa, lo aveva riconosciuto al vestito, ed era venuto per vederlo, le rifece la voce:

— Da vero?

— È quanto mi pare!

— Credevi che volessi venire a mangiare le ciliegie con lui?

E le andò addossò un’altra volta, per pestarle la punta delle scarpe tutte rotte lungo le ricuciture.

— Perchè non mi hai detto la verità? Con gli altri devi esser bugiarda; con me no.

E seguitava a farla indietreggiare. Ma ambedue caddero; battendo la fronte insieme. Allora egli ebbe il desiderio di litigare da