Pagina:Tozzi - Giovani, Treves, 1920.djvu/136

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una figliuola 129


farlo cadere, e con una risata lo lasciò. Ottorino smosse il collo, perchè sentiva il solino storto e la cravatta salita su. Ma la ragazza, con il fazzoletto in mano per il caso che le fosse venuto da piangere, si raccomandò:

— Babbo, ora basta!

Il giovane non osò dir nulla, e continuò la sua strada, facendo capire che non aveva nessun risentimento. Poi il padre prese la ragazza per un braccio e la strascicò fino all’uscio di casa. E le disse:

— Ricuci, dove è rotta, la testiera del cavallo, perchè tra mezz’ora voglio attaccare il calesse.

Ella obbedì. E il giovine, per non passare di lì, tornò a dietro da una scorciatoia. Ma da quel giorno, benchè non potessero parlarsi più, tutti e due pensavano a sposarsi. Forse, si amavano meno. Ma volevano sposarsi per non darla vinta. Ottorino ne parlò con i colleghi, che presero subito le sue parti; e avrebbero volentieri fatto qualche sgarbo al signor Battista se il giovine non li avesse pregati, per il rispetto che aveva a Fiammetta, di non fargli niente. Però, quando arrivava al dazio, lo facevano