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una amico 139


mentre lui aveva smesso dopo la licenza della scuola tecnica; e gli fece piacere che continuassi ad essergli sempre amico lo stesso.

— Tu, almeno, doventerai un ingegnere!

Io arrossii, e gli risposi che forse non avrei continuato a studiare. Allora si mise a ridere, stropicciandosi il naso e poi divertendosi a bucare il tavolino con il compasso. E mi chiese, con il desiderio di conoscere il mio amor proprio:

— Ma perchè non vuoi prendere la laurea, giacchè tuo padre può tenerti a studiare?

— Non so il perchè.

— Dunque sei uno scemo.

E anch’egli si ricordò di quante volte aveva pensato o detto la stessa cosa. Ma era sicuro ch’io non gli dessi uno schiaffo, come due anni prima avevo fatto. E, vedendomi rosso e imbarazzato, disse:

— Fai bene a non desiderare d’essere da più degli altri.

Capii ch’egli voleva dire di noi compagni di scuola. In fatti essi, meno che io e un altro, avevano preso la licenza tecnica e basta; cercando subito d’impiegarsi alla meglio. Stemmo