Pagina:Tozzi - Giovani, Treves, 1920.djvu/56

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pittori 49

strada, sapevano ch’egli doveva giungere presto. Ma la luce si ammucchiava come la neve, e in pochi minuti giunse tanto alta da annegarlo. A un tratto disse, ridendo:

— Bichi, vorrei pigliare a pallate di neve il nostro professore di disegno. Non mi voleva bene! Alla scuola fanno accendere la stufa?

E seguitò a ridere, con la testa sotto la coperta.

Nevicò per una settimana intera, di giorno e di notte. Poi si fece sereno. Allora cominciarono a spalare la neve, ammucchiandola nel mezzo delle strade, per portarla via a carretti. Il Materozzi ascoltava, ma si sentiva sempre peggio. Era di un colore spaventevole.

Quando il Bichi andò a trovare anche Don Vincenzo, tutta la campagna era bianca e il cielo pareva di ghiaccio. Si vedeva soltanto qualche fronda d’ulivo e qualche rama di cipresso. Le passere, in quel luccichìo abbagliante e silenzioso, parevano nere. Alle grondaie delle case s’erano attaccati i diaccioli, che scintillavano.

Don Vincenzo era in piedi, tutto avvolto in una coperta di lana; e sorrideva senza parlare.