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APPENDICE


IL PRIMO GETTO DELL’“ADELCHI„


Tra i manoscritti del Manzoni, l’Adelchi rimane in tre forme: le prime due di carattere del poeta, e l’una è copia ricorretta dell’altra. La terza, di altra mano, è quella preparata per la stempa. Porta, sotto il titolo, il visto della Censura, «Milano, il 2 maggio 1822».

La prima forma ha segnate via via le date della composizione: sul primo foglio, 9 settembre 1820; dopo la scena 5ª dell’atto I, 4 gennalo; in testa dell’atto III, 2 giugno; dell’atto IV, 3 luglio, e in fine di esso, 17 luglio; in principio dell’atto V, 2 agosto, da ultimo, 21 settembre 1821. Contiene il primissimo getto; e metto conto riferirne i brani più notevoli. Seguiremo, fin dove sarà possibile, il Bonghi (Opere inedite o rare di A. M.; vol. I, 1883), correggendone le sviste, nè poche nè di poco momento.

Atto I, sc. 2ª.

desiderio.
               .     .     .     .     Dimenticasti
Che ogni nostro travaglio è gioja a questa
Italica genìa, che diradata
Dagli avi nostri, che divisa in branchi,
Noverata col brando, al suol ricurva,
Che d’arme ignuda, che di capi scema,
Ancor, dopo due secoli, siccome
Il primo giorno, odia, sopporta e spera.
.     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     
adelchi.
                              Ma in forse, o Padre,
Della risposta d’Adrian tu stai?