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332 inni sacri

Oh scendi, altor di vergini,
Allevator di prodi;
Tu che spirar negli animi
I santi pensier godi,
Quei che creò, benefica
Serbi la tua virtude,
Siccome il sol che schiude
Dal pigro germe il fior;

Che lento poi sulle umili
Erbe morrà non colto,
Nè sorgerà coi fulgidi
Color del lembo sciolto,
Se l’almo sol nol visita,
Nel mite aer sereno,
Se non gli nutre in seno
La vita che gli diè.


E qui, noll’autografo, è una linea di puntini; e niente altro.


IL NOME DI MARIA.

In principio ha la data: 9 novembre 1812; in fine: 19 aprile 1813. Nel manoscritto, in calce della prima pagina, dov’è la prima strofa (il cui quarto verso suona «D’una cognata annosa»), è la seguente osservazione:

All’ingegno umano pajono belle quelle cose dell’arte che hanno analogia con esso. Le regole sono i modi già trovati e posti in uso per arrivare a questa analogia. Coloro che giudicano secondo le regole, intendono principalmente a scoprire l’analogia dell’opera colle regole, e così l’animo loro preoccupato non può sentire se vi sia quell’altra prima analogia. Questi giudizj sono imperfetti per molte ragioni; e le principali sono: che le regole non comprendono tutte le possibili analogie, e che si può errare nell’applicazione di esse anche buone. Il vocabolo pedantesco pare significhi tali maniere di giudizj.