Pagina:Tragedie, inni sacri e odi.djvu/365

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il primo getto 335

Quando pesa sul cuor mio
     L’ingiustizia de’ mortali,
     Quando a me verranno i mali,
     Il tuo nome invocherò.

Se dei [da] troppi falli miei
     Caggio sotto all’empie some [empio seme (!)],
     Ripetendo il tuo boìel nome
     Io mi sento confortar.

Egli è umìl non men che mondo,
     Questo giglio delle valli;
     Nè perch’Ella è senza falli
     Mai rigetta chi fallì.

Chè ben sa che s’Ella intatta
     Tutto corse il tristo esiglio,
     È sol grazia del suo Figlio
     Che la volle preservar.

Tu se’ gioja ai cuori afflitti,
     Tu se’ guida ai passi erranti,
     Tu se’ stella ai naviganti,
     Tu se’ grazia ai regnator [peccator].

Se la vita è un triste calle
     Tutto sparso [ingombro] di ruine,
     Questa rosa in fra le spine
     Il cammino allegrerà.

Tu conosci i nostri guai:
     Per noi dunque il Figliuol prega;
     Se ad ogni uom Egli si piega,
     Per la Madre che farà?

Non ti chieggo della terra
     Le delizie passeggere,
     Nè lo scettro del potere,
     Nè la febbre degli onor;

Prega Lui che alle nostre alme
     Verso il Ciel dia corso [polso] e lena,