Forse infecondo di tal madre or langue
Il glorioso fianco? o forse ch’ella 27Del latte antico oggi le vene ha scarse?
O figli or nutre, a cui per essa il sangue
Donar sia grave?1 o tali a cui più bella 30Pugna sembri tra loro ingiuria farse?
Stolta bestemmia! eran le forze sparse,
E non lo voglie; e quasi in ogni petto 33Vivea questo concetto:
Liberi non sarem se non siamo uni;
Ai men forti di noi gregge dispetto,2 36Fin che non sorga un uom che ci raduni.
Egli è sorto, per Dio! Sì, per Colui
Che un dì trascelse il giovinetto ebreo 39Che del fratello il percussor percosse;
E fattol duce e salvator de’ sui,
Degli avari ladron sul capo reo 42L’ardua furia soffiò dell’onde rosse;
Per quel Dio che talora a stranie posse,
Certo in pena, il valor d’un popol trade; 45Ma che l’inique spade
Frange una volta, e gli oppressor confonde;
E all’uom che pugna per le sue contrade 48L’ira e la gioia de’ perigli infonde.
Con Lui, signor, dell’itala fortuna
Le sparse verghe raccorrai da terra, 51E un fascio ne farai nella tua mano
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