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Pagina:Tragedie, inni sacri e odi.djvu/386

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356 odi


Forse infecondo di tal madre or langue
     Il glorioso fianco? o forse ch’ella
     27Del latte antico oggi le vene ha scarse?
     O figli or nutre, a cui per essa il sangue
     Donar sia grave?1 o tali a cui più bella
     30Pugna sembri tra loro ingiuria farse?
     Stolta bestemmia! eran le forze sparse,
     E non lo voglie; e quasi in ogni petto
     33Vivea questo concetto:
     Liberi non sarem se non siamo uni;
     Ai men forti di noi gregge dispetto,2
     36Fin che non sorga un uom che ci raduni.

Egli è sorto, per Dio! Sì, per Colui
     Che un dì trascelse il giovinetto ebreo
     39Che del fratello il percussor percosse;
     E fattol duce e salvator de’ sui,
     Degli avari ladron sul capo reo
     42L’ardua furia soffiò dell’onde rosse;
     Per quel Dio che talora a stranie posse,
     Certo in pena, il valor d’un popol trade;
     45Ma che l’inique spade
     Frange una volta, e gli oppressor confonde;
     E all’uom che pugna per le sue contrade
     48L’ira e la gioia de’ perigli infonde.

Con Lui, signor, dell’itala fortuna
     Le sparse verghe raccorrai da terra,
     51E un fascio ne farai nella tua mano
     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     

  1. greve?
  2. dispetto