Pagina:Tragedie, inni sacri e odi.djvu/402

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372 poesie non accolte dall’autore

Non per li patrii lidi e per la pia
Consorte e i figli cari!


Ora tutto, d’improvviso, è mutato: «quando eran più l’onte aspre ed estreme», ecco, di tra le nubi, s’è mostrato il braccio salvatore di Dio, a soccorrere i «ben pugnanti». Ed ha vinto; così che «a ragion si rallegra il popol nostro». Finalmente son tornati alle loro caso sospirate, agli abbracciamenti pii, ai soavi colloquii («i fidati colloqui d’amor», del primo coro dell’Adelchi), quei giovani costretti a ramingare per greppi senz’orma, o tenuti, dall’odio potente del tiranno, in carceri tenebrose; ora è tutto un «favellar di gioia e di speranza», e «il nobil flor de’ generosi» oramai veglia nelle armi,

                                        mostrando
Con che acceso voler la patria ascolta
Quando libero e vero è il suo dimando.


Il poeta è fiducioso che l’itala brama sarà da «quei possenti intesa Cui par che piaccia ogni più nobil cosa»; e accompagna coi suoi voti i delegati dei Collegi Elettorali a Parigi.