Pagina:Tragedie, inni sacri e odi.djvu/420

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390 poesie non accolte dall’autore

     Vider da lunge e il non curar superbo
     Del fatal giovanetto le Immortali,
     E promiser vendetta. Al meditato
     60Inno di lode liberato il volo
     Pindaro avea, quando le belle irate,
     Aerie forme a mortal guardo mute,
     Venner seconde di Corinna al fianco.
     Aglaja in pria su la virginea gota
     65Sparse un fulgor di rosea luce, e un mite
     Raggio di gioja le diffuse in fronte:
     Ma la fragranza de’ castalj fiori
     Che fanno l’opra de l’ingegno eterna,
     Eufrosine le diede; e tu pur anco,
     70Dolce qual tibia di notturno amante,
     Lene Talia, le modulasti il canto.
     Di tanti doni avventurata in mezzo
     Corinna assurse: il portamento e il volto
     Stupia la turba, e il dubitar leggiadro
     75E il bel rossor con che tremando al seno
     Posò la cetra; e, sotto la palpebra
     Mezza velando la pupilla bruna,
     Soave incominciò. Volava intorno
     La divina armonia che, con le molli
     80Ale i cupidi orecchi accarezzando,
     Compungea gl’intelletti, e di giocondo
     Brivido i cori percotea. Rapito
     L’emulo anch’ei, non alito, non ciglio
     Movea, né pria de’ sensi ebbe ripresa
     85La signoria, che verdeggiar la fronda
     Invidiata vide in su le nere
     Trecce di lei, che fra il romor del plauso
     Chinò la bella gota ove salia
     Del gaudio mista e del pudor la fiamma.
     90Di dolor punto e di vergogna, al volgo
     L’egregio vinto si sottrasse, e solo
     Sul verde clivo, onde l’äeria fronte
     Spinge il Parnaso, s’avvïò. Dolente
     Errar da l’alto Licoreo lo scòrse