Pagina:Tragedie (Pellico).djvu/13

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8 francesca da rimini.

Dove n’andasti? Perchè mai non torni,
Sì che pria di morire io ti riveggia?
Francesca.Io dissi?
Lanciotto.                     Nè a fratel vòlti que’ detti
Parean.
Francesca.               Fin nel delirio, agl’infelici
Scrutar vuolsi il pensier? Sono infelici,
Nè basta; infami anch’esser denno. Ognuno
Contro l’afflitto spirto lor congiura;
Ognun.... pietà di lor fingendo.... gli odia;
Non pietà no, la tomba chieggon.... Quando
Più sopportarmi non potrai, la tomba
Aprimi, sì; discenderovvi io lieta;
Lieta pur ch’io.... da ogn’uom fugga!
Guido.                                                            Vaneggi?
Figlia....
Lanciotto.                    Quai su di me vibri tremendi
Sguardi! Che ti fec’io?
Francesca.                                             Di mie sciagure
La cagion non sei tu?... Perchè strapparmi
Dal suol che le materne ossa racchiude?
Là calmato avria il tempo il dolor mio;
Qui tutto il desta, e lo rinnova ognora....
Passo non fo ch’io non rimembri.... — Oh insana!
Fuor di me son. Non creder, no.
Lanciotto.                                                                 .... A Ravenna,
Francesca, sì, col genitor n’andrai.
Guido.Prence, t’arresta.
Lanciotto.                                        Oh! a’ dritti miei rinunzio.
Dalla tua patria non verrò a ritòrti;
Chi orror t’ispira, ed è tuo sposo, e t’ama
Pur tanto, più non rivedrai.... se forse
Pentita un giorno e a pietà mossa, al tuo
Misero sposo non ritorni.... E forse,
Dall’angosce cangiato, ah, ravvisarmi
Più non saprai! Ben io, ben io nel coro
La tua presenza sentirò; al tuo seno
Volerò perdonandoti