Pagina:Tragedie (Pellico).djvu/42

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atto quinto. — sc. iii, iv. 37

Ombra dì e notte al fianco tuo starommi
Adorandoti ognor.
Francesca.                                         Paolo!...
Paolo.                                                   Tiranni
Gli uomini e il cielo fur con noi.
Francesca.                                                        T’acqueta.
Misera me! Noi ci perdiamo.... Ah, padre!1
Paolo.Più non ha dritti alla sua prole un padre
Che a sue voglie tiranniche l’immola.
Chi de’ tuoi giovanili anni sepolto
Ha il fior nel pianto? Chi questa tremenda
Febbre in te mosse onde tutta ardi? All’orlo
Chi della tomba ti spingeva?... Il padre!
Francesca.Empio, che dici?... — Odo fragor.
Paolo.                                                        Null’uomo
Potrà strapparti da mie braccia!


SCEMA ULTIMA.

GUIDO, LANCIOTTO e detti.


Lanciotto.                                                             Oh vista!
Paolo?... Tradito da mie guardie sono....
Oh rabbia! e ad esser testimon di tanta
Infamia, o Guido, mi chiamasti? Ad arte
Ella a me ti mandò. Fuggire o farsi
Ribelli a me volean; muojano entrambi.2
Francesca.Oh rio sospetto!
Guido.                                         Scellerata figlia,
A maledirti mi costringi.
Paolo.                                                   Tutti,
O Francesca, t’abborrono; me solo
Difensor hai.
Francesca.                                    Placatevi, o fratelli;
Fra i vostri ferri io mi porrò. La rea
Son io....

  1. Chiamando.
  2. Snuda il ferro, e combatte contro Paolo.