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Pagina:Tragedie (Pellico).djvu/423

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418 tommaso moro.

I quai, scoverti e da tormenti astretti,
Tutti deposer, Moro esser colui
Ch’idolo s’eran fatto, e li affidava.
Moro.E s’anco ciò attestato infra i tormenti
Taluno avesse, o molti, idolo farsi
Me non potean, malgrado mio? Sognarmi,
Perchè non volli apostatar, ribelle?
Protesto ch’io noi fui giammai! protesto
Che senza ribellar, reputo dritto
Il dissentir da scandali! da scismi!
Da persecuzioni abbominande!
Cromwell.Il divorzio del re, suo novo imene
Scandalo nomi?
Moro.                              In dubbio star potrei
Sovra questi atti; e non è colpa un dubbio.
Cromwell.Supremazia nella britanna chiesa
Tu neghi al re?
Moro.                              Dell’ardua questione
Giudice farsi ad altri spetta. Ignoro
Qual senso a tal supremazia dai mille
Nuovi dottori discordanti è dato.
Se innocente, l’accolgo, e se contrario
All’antica credenza, io lo rigetto.
Cromwell.Risposte ambigue porgi.
Moro.                                             Apertamente
Cattolico mi vanto ed inimico
Di tirannia. Più oltre dichiararmi
Qui dover non m’impon.
Cromwell.                                             Tirannia nom!
La potestà del tuo signor.
Moro.                                                  La vera
Sua potestà non mai.
Cromwell.                                        Degni d’ossequio
Solo i papisti per te sono.
Moro.I giusti.
Cromwell.Del parlamento i membri ed il monarca
Reprobi estimi.
Moro.                              Tolga il Ciel. Li estimo