atossa
A far ciò l’ardente Serse spinto avean gli amici tristi.
Gli diceano che col ferro pei tuoi figli grandi acquisti
tu facesti: e ch’egli, invece, per negghienza, entro le mura
fa sua guerra, e il ben paterno d’impinguare non si cura.
Tal rampogna udendo spesso dai malvagi, divisò
tale impresa: le sue schiere contro l’Ellade scagliò.
dario
E un’impresa compiuta egli ha grandissima,
memorabil mai sempre, e che, piombando
su la città di Susa, la vuotò
come niuna altra mai, da quando Giove
concesse a un uomo questo onor, ch’ei solo
con lo scettro regal tutta guidasse
l’Asia di greggi attrice. Il primo duce
delle genti fu Medo. Il figliuol suo
compie’ secondo questo ufficio: e senno
reggea la baria del suo cuore. Terzo
Ciro beato, che agli amici tutti
largí pace, regnando, e il popol Frigio
e il Lidio conquistò, la Ionia tutta
con la forza cacciò: ché senno aveva,
né l’odïava il Nume. Quarto Ciro
diresse poi le genti; e Mardo, quinto,
onta alla patria ed agli aviti seggi.
Con un inganno lui nella sua reggia
spense Artaferne il buono e i suoi compagni
nella congiura. Fu Marafi sesto.