Pagina:Tragedie di Eschilo (Romagnoli) I.djvu/243

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QUARTO CANTO INTORNO ALL’ARA


coro
Oh tu, Giove supremo, e voi, Dèmoni
protettori di Tebe, che salve
queste mura di Cadmo serbate,
debbo adesso allegrarmi, e di giubilo
levar grida, perché senza danno
salva fu la città! Debbo piangere
la sciagura dei miseri principi
senza prole perduti. Or davvero
i lor nomi convennero all’opere13:
ché perîr per l’insana follia.

Strofe.
Ahi, della stirpe d’Èdipo
negra maledizione che omai compiesi!
Un gelo tristo intorno al cuor mi piomba.
Simile a Tíade, un cantico