Pagina:Tragedie di Eschilo (Romagnoli) II.djvu/230

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LE EUMENIDI 227


Strofe I
O mia madre, o tu che m’hai
generata, Notte madre,
a punir vivi e defunti,
tu m’ascolta: ch’ora Febo
me d’ogni onore priva, e m’invola
questo fuggiasco, che la sua madre
scannò, ch’è sozzo di sangue ancora!
Sopra la vittima questa mia nenia
dissennatrice, folle, delira,
quest’inno delle Furie,
che avvince gli animi, che strugge gli uomini,
schivo di lira.

Antistrofe I
Tale a noi perenne cómpito
die’ la Parca inesorabile:
al mortale temerario
che le man’ di strage macchia,
sempre seguire le sue vestigia,
sin che la terra non lo ricopra;
né dopo morto libero è ancora.
Sopra la vittima questa mia nenia
dissennatrice, folle, delira,
quest’inno de le Furie,
che avvince gli animi, che strugge gli uomini,
schivo di lira.