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236 ESCHILO


neppure a me consento io stessa sciogliere
d’un omicidio l’odïosa lite.
Ché tu supplice giungi alla mia casa,
purificato, innocuo, né può biasimo
la città rinfacciarti, e debbo accoglierti.
Ma tali queste Dee son, che difficile
è lo scacciarle; e ov’esse non trionfino,
piombando al suol dai lor visceri, un tossico
letal susciterà funereo morbo.
A questo punto or siam: né trattenerle
né rimandarle senza lite io posso.
E poi che a ciò giunser gli eventi, giudici
eleggerò, che sacra abbian la legge
ch’eterna io renderò, del giuramento;
e voi le prove procacciate e i giuri
e i testi onde ristoro abbia giustizia.
Ed io, dei cittadini il fiore eletto
troverò: scioglieranno essi la lite,
senza far torto insidïoso al giuro.