Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) VI.djvu/211

Da Wikisource.

Esce Elena.

Elena

Lieta in casa la sorte, o amiche, arride.
Interrogata, la figlia di Pròteo
con noi tramando, al fratel suo non disse
che il mio sposo era qui: disse, a soccorrermi,
che la luce del sole ei piú non vede.
E la fortuna il mio sposo afferrò
mirabilmente: poiché, strette in pugno
reca l’armi che in mar gettar dovrebbe,
come se onor con ciò rendesse al morto.
E con l’armi a prodezze acconciamente
dispose il corpo, come s’egli intenda
mille e mille innalzar trofei sui barbari,
quando i remi volar faranno il legno;
e pepli assunse, ch’io gli cinsi, invece
dei suoi cenci di naufrago, e le membra
d’acqua fiumana gl’irrorai, lavacro
da gran tempo obliato. — Ahi, dalla reggia
esce colui che le mie nozze in pugno
aver presume. Io tacer devo.