Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) I.djvu/220

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IONE 151

con cura perenne,
appena scintillano
del sole le rapide penne!

O Peàn, o Peàn,
che da Latona sei nato,
beato sii, beato.

Antistrofe
O Febo, m’è caro, se famulo
sono io del tuo tempio, se onoro
la sede fatidica:
mi par glorïoso lavoro,
se debbo servire Celesti
signori, e non uomini effimeri;
né stanco a sí nobile
fatica sarà ch’io mai resti.
Fu Febo mio padre: chi me
nutriva, io magnifico:
chi a me porse aiuto
nel tempio d’Apolline,
col nome di padre io saluto.

O Peàn, o Peàn,
che da Latona sei nato,
beato sii, beato.
Depone la frasca d’alloro, prende un’anfora d’oro, e versa acqua sul pavimento.

Or tregua abbia questo lavoro,
piú solchi non tracci l’alloro.
Adesso, le polle terrígene
dall’anfora d’oro