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LIV EURIPIDE


e frusti, e non sempre rilevati da felicità d’intima elaborazione. Ma la messa in opera, con lo sviluppo di un diagramma sentimentale su tre episodii, conferisce all’insieme un carattere di freschezza e di originalità efficace.

Ne Le Troadi (416) sembra s’incarni pienamente la forma balenata già, circa dieci anni prima, nell’Ecuba. È, come Le Supplici, un dramma a linea eschilea, ma che rappresenta anche un tipo nuovo, costituito da una serie d’episodii che, senza verun intreccio, sfilano dinanzi al personaggio di Ecuba, il cui dolore unico dinanzi a tanti varii cordogli, forma come un presame ed un elemento di unità. È un dramma che ora si direbbe «a quadri». La scenografia è di grandiosità impressionante.

In questo momento dell’attività del poeta credo si debba inserire l’Ifigenia in Tauride. Veramente, secondo lo schema cronologico, lo Ione precederebbe, sia pure d’un anno, l’Ifigenia in Tauride e l’Elettra. A me sembra, e nelle rispettive introduzioni ne discuto le ragioni, che non solo questi due drammi, bensí anche l’Oreste, sia da ritenere anteriore allo Ione. Comunque, anche se non ci fu materiale precedenza cronologica, certo ci fu precedenza nello schema di sviluppo ideale, che non sempre corrisponde a quello obiettivamente cronologico.

E nella Ifigenia in Tauride, mentre i personaggi sono a tipo classico, l’intreccio è completamente romantico; e all’intreccio si aggiunge anche, largamente usato, l’altro elemento, anche caratteristico, della suggestione di terra lontana. E l’intreccio è ben concepito, ma piú esposto che svolto. E questo potrebbe indicare che appartiene alla prima fase della concezione euripidea, che si suol chiamare romantica (vedi introduzione allo Ione). Del resto, sotto la buccia romantica, si nascondono una concezione e una realizzazione assai originali. Come nella Medea la tragedia era essenzialmente ridotta ad