Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) II.djvu/100

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MEDEA 97



medea

No certo: seppellirli io stessa intendo,
con le mie mani. Nel sacrario d’Era16,
Diva d’Ascrèa, li porterò, ché niuno
dei nemici l’insulti, e non profani
le tombe loro. E in questo suol di Sísifo17
sacre istituirò feste, e cortei,
per espiare questa orrida strage.
Alla terra mi reco io d’Erettèo18,
e con Egèo, figliuolo di Pandíone
abiterò: tu, com’è giusto, morte
farai da tristo, ché sei tristo: avranno
amaro fine le tue nuove nozze.

giasone

Dei fanciulli l’Erinni ti stermini,
e Giustizia, l’ultrice del sangue.

medea

E qual Genio, o spergiuro, t’udrà,
quale Iddio, traditore degli ospiti?

giasone

Ahi, ahi, turpe assassina dei figli!

medea

Entra: appresta alla sposa il sepolcro.

Euripide - Tragedie, 11-7