Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) II.djvu/179

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alla tomba recava. E, a mal mio grado,
questa soglia varcata, entrato in casa
dell’amico ospitale, immerso in tanta
calamità, sto qui gozzovigliando.
E un serto cinge il capo mio! — Ma tu,
perché tacere, quando sulla casa
tanta sciagura era piombata? Dove
la seppellí? Dove potrei trovarla?

servo

Per la via dritta che a Larissa mena,
vedrai la bianca tomba, oltre il pomerio.

ercole

Cuor mio, temprato a mille prove, or mostra
qual figlio a Giove diede Alcmèna. Io devo
salvar la donna or ora spenta, Alcesti,
e a questa casa ricondurla, e all’ospite
degna mercede ricambiare. Andrò,
affronterò dei morti il sire, Tànato
dal negro peplo. Vicino alla tomba,
certo, a suggere il sangue delle vittime,
lo troverò. Lo apposterò. Né s’io,
balzando dall’agguato, potrò cingerlo
nel cerchio delle mie mani, sarà
chi sveller possa dalla stretta l’ansimo
del fianco suo, se Alcesti non mi rende.
Che se mai questo agguato mi fallisce,
né venga alla sanguigna epula, giú
nella dimora senza sol di Cora15,
discenderò, la chiederò. Sicuro